La dieta a basso contenuto di FODMAP (low-FODMAP) è un regime dietetico proposto per il trattamento della sindrome del colon irritabile.
La sindrome del colon irritabile (o IBS) è un disturbo gastrointestinale cronico caratterizzato da dolore addominale ricorrente, associato ad alterazioni dell’alvo con presenza di diarrea o stipsi o alternanza dei due.
Cosa sono i FODMAP?
L’acronimo FODMAP sta per oligosaccaridi,disaccaridi e monosaccaridi fermentabili e polioli.
Sono, in sostanza, molecole che, nei soggetti predisposti, possonocreare disturbi intestinali.
I carboidrati in questione sono: lattosio, fruttosio, fruttani, galattani e polialcoli (sorbitolo, mannitolo, maltitolo, xilitolo e isomalto).
Qual è il meccanismo di azione dei FODMAP?
Questi carboidrati sono scarsamente digeribili e/o assorbibili nella prima parte dell’intestino.
Arrivano, di conseguenza, integri alla parte finale dell’intestino dove vengono rapidamente fermentati dalla flora batterica intestinale. Gli esiti sono: un richiamo di acqua nel lume intestinale e la produzione di gas, con conseguente gonfiore, dolore addominale, flatulenza e diarrea.
Quando viene proposta la dieta low-FODMAP?
Possiamo dire che la dieta low-FODMAP è una strategia nutrizionale di seconda linea.
Le linee guida suggeriscono, in prima linea, di:
- Adottare comportamenti alimentari salutari, come: fare pasti regolari, idratarsi in modo adeguato, limitare l’assunzione di alcol e caffeina, regolare l’assunzione di fibre e ridurre il consumo di cibi grassi e piccanti.
- Intervenire sullo stile di vita: evitare il fumo, fare regolarmente attività fisica, prestare la giusta attenzione al sonno e ridurre il più possibile lo stress.
Puoi approfondirli meglio in questo articolo: colon irritabile e gonfiore addominale.
Solo nel caso in cui questi accorgimenti non siano sufficienti per ottenere un miglioramento dei sintomi sarà possibile procedere con una dieta a basso contenuto di FODMAP.
Cos’è la dieta a basso contenuto di FODMAPs?
È un regime alimentare che prevede la restrizione contemporanea di tutti gli alimenti ricchi di FODMAP. Questi verranno tolti dall’alimentazione per un periodo di circa 4 settimane, dopo le quali saranno gradualmente reintrodotti una o più volte a settimana.
L’obiettivo è quello di individuare quali siano i cibi tollerati (e in che quantità) per impostare un regime alimentare da seguire a lungo termine che sia il meno restrittivo possibile.
Quali sono i cibi ad alto e basso contenuto di FODMAP?
Presenta degli svantaggi la dieta low-FODMAP?
Sì, potrebbe presentare degli svantaggi. Vediamo quali:
- Possibili effetti negativi sul microbiota del colon. Alcuni studi hanno mostrato una riduzione della popolazione di bifidobatteri e altri cambiamenti che potrebbero, a lungo termine, influire negativamente sulla salute gastrointestinale.
- Difficoltà di adesione alla dieta in quanto potrebbe risultare faticosa, mediamente più costosa e limitante nei contesti sociali come cenare fuori.
- Rischio di inadeguatezza dietetica correlata all’esclusione di molti alimenti. I cibi ad alto contenuto di FODMAP, infatti, sono generalmente anche ricchi di altri nutrienti positivi per l’organismo (per esempio le tipologie di verdura, frutta e legumi, eliminati durante la prima fase di esclusione).
- Generare convinzioni errate riguardo l’avere “intolleranze” specifiche verso questi cibi. Non si tratta di intolleranza ma di malassorbimento. L’obiettivo è quello di poterli reintrodurre e non escludere a vita.
Per questi motivi è indispensabile seguirla solo per brevi periodi e rivolgersi ad uno specialista nel campo della nutrizione (dietista, dietologo o nutrizionista) durante il percorso. Scopri cosa può fare per te il dietista nel trattamento del colon irritabile e quali sono le principali raccomandazioni, prima di intraprendere questo tipo di percorso.
Fonti che puoi consultare
Standard of practice: Sindrome dell’intestino irritabile e ruolo della dieta a basso contenuto di FODMAP.
American College of Gastroenterology: Low-FODMAP diet.
Evidence: Linee guida per la gestione della sindrome dell’intestino irritabile negli adulti.