Spreco alimentare: un po’ di numeri e consigli utili

spreco alimentare

La Commissione Europea definisce lo spreco alimentare come «l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano, sono destinati a essere eliminati o smaltiti».

Oltre 1/3 del cibo prodotto a livello mondiale viene sprecato, si tratta di 1,5 miliardi di tonnellate di cibo che potrebbero sfamare oltre 200 milioni di persone.

Lo spreco alimentare ha un costo da tutti i punti di vista:

  • Impatto ambientale: lo spreco alimentare comporta anche uno spreco di risorse naturali come terra, acqua ed energia, utilizzate per la produzione di cibo che non verrà poi consumato. Inoltre, i rifiuti alimentari smaltiti producono quantità significative di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico.
  • Impatto etico e sociale: mentre alcune persone sprecano cibo, molte altre soffrono ancora di fame o sono malnutrite.  Ridurre lo spreco alimentare significa garantire un accesso equo e sufficiente al cibo per tutti. Ricordiamo che la quantità di cibo quotidianamente prodotta è ampiamente superiore al fabbisogno dell’intera popolazione globale.
  • Impatto economico: lo spreco alimentare comporta una spesa considerevole sia per i consumatori che per i produttori. Ridurlo significa risparmiare denaro e favorire una distribuzione più equa ed efficiente delle risorse.
Dove avviene e perché

La perdita può avvenire a tutti i livelli della filiera agro-alimentare. Dai primi anelli della catena: produzione, raccolta, stoccaggio e lavorazione (definita food loss) fino alla fase di distribuzione a livello dei consumatori e dei commercianti (food waste).

Lo spreco alimentare è un problema globale che si presenta con caratteristiche differenti nelle varie aree del mondo:

  • Nei paesi a basso reddito (responsabili del 44% degli sprechi) la maggior parte di questi avviene nelle prime fasi della catena alimentare, causati soprattutto da mancanza di tecnologie e strumenti per una produzione, una conservazione e una distribuzione efficiente dei prodotti alimentari (30%); solo una piccola parte avviene a livello dei consumatori (14%).
  • Nei paesi ad alto reddito (responsabili del 56% degli sprechi) la situazione è completamente capovolta: 35% dello spreco è prodotto da consumatori e commercianti e solo il 21% nelle prime fasi della catena.
I numeri dello spreco in Europa

In Europa ogni anno vanno sprecati quasi 59 milioni di tonnellate di cibo, ovvero 131kg di rifiuti per persona l’anno. Ma dove avviene maggiormente lo spreco alimentare?

Le famiglie sono responsabili della maggior parte dello spreco (53%), seguite dalle fasi di trasformazione (20%) e produzione (11%). In misura minore contribuiscono: la ristorazione (9%) e la vendita al dettaglio con relativa distribuzione (7%).

Situazione in Italia

Secondo il rapporto Waste Watcher del 2024 i dati dello spreco in Italia sono in peggioramento:

Ogni persona getta mediamente 81 grammi di cibo al giorno, ovvero 683,3 g settimanali (con un aumento del 45,6% rispetto all’anno precedente).

Si spreca di più nei comuni medi (+17%) e grandi (+5%) rispetto ai piccoli centri (-12%); sprecano di più le famiglie senza figli (+6%) rispetto a quelle con figli (-17%).

Esiste anche una differenza regionale che vede un maggiore spreco al Centro e al Sud (+9% rispetto alla media nazionale) e inferiore al Nord (- 11% rispetto alla media).

L’estate è la stagione in cui tendiamo a buttare maggiori quantitativi di cibo, anche a causa del cambiamento climatico e del più rapido deterioramento del cibo.

I precedenti rapporti Waste Watcher evidenziavano anche una maggiore tendenza allo spreco nei consumatori a basso potere d’acquisto (+17% il ceto medio basso e +7% il ceto popolare).

Vale oltre 13 miliardi di € lo spreco complessivo di cibo in Italia.

Lo preco domestico, da solo, incide per più di 7 miliardi con un costo annuo a famiglia di circa 300€.

Nonostante questi dati vertiginosi sta crescendo la consapevolezza degli italiani sul tema.

Dal 2019 ad oggi passa da 20 al 60 la percentuale di persone che lo considera un tema prioritario.

Cosa ci porta a gettare via il nostro cibo a livello domestico?

Le cause principali che ci portano a buttare via il cibo a livello casalingo sono:

  • Acquisto di eccessivi quantitativi di alimenti rispetto al reale consumo.
  • Inadeguata gestione del cibo che sosta troppo tempo nel frigorifero fino a scadere, fare la muffa o prendere cattivi odori.
  • Preparazione di porzioni eccessive soprattutto nel caso non vengano poi riutilizzati gli avanzi nelle giornate successive.
  • Conoscenza limitata dei metodi per consumare in modo più efficiente e ridurre gli sprechi (per esempio: utilizzare in modo alternativo gli avanzi o creare piatti con gli ingredienti disponibili).
  • Errata interpretazione delle diciture “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro” riportate nelle etichette. Spesso preferiamo scegliere i prodotti alimentari con maggior vita residua, aumentando la quantità di merce invenduta e, di conseguenza, lo spreco di cibo che altrimenti sarebbe stato commestibile.
  • Scarsa consapevolezza degli impatti economici e ambientali degli sprechi che ognuno produce.

Nella top 5 degli alimenti più sprecati a persona troviamo la frutta fresca, gli ortaggi (in particolar modo cipolla, aglio, tuberi e insalata) e il pane fresco.

Consigli pratici per ridurre lo spreco domestico

Piccoli cambiamenti delle nostre abitudini possono diminuire la quantità di cibo che sprechiamo ogni giorno.

Accorgimenti quando fai la spesa
  • Prima di fare la spesa, pianifica i pasti per tutta la settimana. Ricorda di controllare gli alimenti che già hai in casa e scrivi su una lista quello di cui hai bisogno.
  • Non farti attrarre del miglior prezzo o da confezioni famiglia: scegli in base alle tue reali esigenze.
  • Evita di entrare affamato al supermercato, potresti essere tentato di acquistare più del necessario.
  • Leggi l’etichetta per essere informato sulla qualità dell’alimento e il modo migliore per conservalo.
Accorgimenti quando riponi gli alimenti in dispensa o nel frigorifero
  • Conserva correttamente degli alimenti. Segui attentamente le indicazioni fornite sulla confezione e riponi gli alimenti nei ripiani adatti all’interno del frigorifero. Ogni ripiano ha una sua temperatura che ti permette di conservare in maniera ottimale tutti i cibi (vedi decalogo della conservazione in frigorifero). Puoi utilizzare anche sacchetti o contenitori ermetici per preservare la freschezza degli alimenti e rallentarne il deterioramento.
  • Pratica il First-In-First-Out, cioè “primo dentro primo fuori”. Quando sistemi la spesa, riponi gli alimenti appena acquistati dietro quelli già presenti nel frigorifero o in dispensa la cui scadenza potrebbe essere anteriore. In questo modo avrai a portata di mano ciò che è meglio utilizzare prima.
  • Presta attenzione alla differenza tra: “data di scadenza” che indica il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato e “termine minimo di conservazione” che indica che il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come il sapore e l’odore ma può essere consumato senza rischi per la salute.
  • Tieni frutta e verdura ben in vista. La frutta più matura può essere utilizzata per fare frullati o dessert mentre la verdura che inizia ad appassire può essere usata per zuppe o minestroni.
  • Se consumi alimenti con confezione non richiudibile, una volta aperti riponili in contenitori ermetici: manterranno più a lungo la loro freschezza.
  • Non buttare gli avanzi. Possiamo, con un po’ di fantasia, riutilizzarli il giorno successivo per preparare nuovi piatti oppure congelarli per un utilizzo futuro.
  • Calcola meglio le porzioni che prepari, cucina solo quello che effettivamente servirà per i piatti di tutta la famiglia.
  • Controlla i tuoi rifiuti, ti aiuterà a organizzare meglio la spesa. Se noti, ad esempio, che getti del pane ogni settimana è meglio acquistarne una minore quantità o, in caso, congelare la parte in eccesso.
  • E fuori casa? Impariamo a ordinare meno piatti, spesso l’occhio è più affamato della pancia! E se rimane qualcosa? Chiediamo un contenitore per portare a casa il cibo non consumato, evitando così che finisca nella spazzatura.

Mettere in pratica con costanza queste piccole azioni può contribuire in modo significativo alla riduzione dello spreco alimentare. Ognuno può contribuire, con le sue scelte, a promuovere un cambiamento verso una società più sostenibile e a minor impatto sul pianeta.

Approfondimenti utili

Rapporto Waste Watcher, Spreco zero (2024).

Decalogo sicurezza in frigorifero.

Alimentazione sostenibile: ambiente, salute e cultura.

Dieta sana = dieta costosa?

Stop allo spreco di cibo.

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